CANÇÃO NOVA - Un dono al servizio dell'evangelizzazione

venerdì 14 ottobre 2022
CANÇÃO NOVA - Un dono al servizio dell'evangelizzazione

"Lo Spirito di Dio distribuisce ai fedeli differenti carismi «per il bene comune» (1Cor 12,7), inserendoli armoniosamente nella vita della Chiesa in vista della sua missione di salvezza dell’umanità”. (Carta d’identità della Famiglia Salesiana).

La Comunità Canção Nova è uno dei tanti carismi che lo Spirito di Dio ha suscitato nella Chiesa nel corso della storia.  Padre Jonas Abib, sacerdote salesiano, autentico figlio di Don Bosco, scrive: "Non ho mai avuto l'intenzione di "fondare" qualcosa e tanto meno di essere un "fondatore". Dicendo che la Canção Nova è una "fondazione", affermo che "è stato Dio a fondarla". Aveva dei progetti al riguardo".

Nel 1976, Mons. Antônio Afonso de Miranda, allora vescovo della diocesi di Lorena, aveva ricevuto in anteprima l'edizione tipica dell'esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi di Papa Paolo VI. Colpito dal contenuto di questo documento, volle iniziare subito con un'opera concreta di evangelizzazione e catechesi, e scelse di partire dai giovani che, a quel tempo, avevano un movimento attivo nella diocesi. Incaricò P. Jonas Abib di realizzare con i giovani con cui lavorava quanto affermato al numero 44 dell'Evangelii Nuntiandi: "È evidente che le condizioni del mondo di oggi rendono sempre più urgente l'insegnamento catechistico, sotto forma di catecumenato, per i tanti giovani e adulti che, toccati dalla grazia, scoprono a poco a poco il volto di Cristo e sperimentano la necessità di affidarsi a lui. (EN 44).  L'invio del vescovo diocesano si tradusse in un'intensa opera di catechesi che, all'epoca, fu chiamata "catecumenato".  Quei giovani hanno ricevuto dalla Chiesa una solida formazione per vivere il Vangelo. I fatti hanno dimostrato che c'è stata ispirazione nella nomina di Mons. Antônio. 

Quei giovani erano entusiasti, erano toccati dalla grazia, scoprivano la persona di Cristo in modo nuovo e sentivano il bisogno di affidarsi a Lui.  Dopo due anni di "Catecumenato Jonas lanciò la seguente sfida: "Chi era disposto a lasciare la propria casa e a venire a vivere in comunità, per svolgere il tipo di lavoro che veniva svolto? Il 2 febbraio 1978, un gruppo ha iniziato a vivere in comunità.  

Guardando alla storia, riconosciamo la nostra chiamata e il nostro invio. Siamo nati dalla chiamata che il vescovo diocesano ha fatto di fronte alla parola della Chiesa, che sollecitava la necessità di evangelizzare nel mondo di oggi, e per questo siamo stati inviati. Quando Mons. Antônio indicava il numero della Evangelii Nuntiandi, non immaginava certo di indicare anche il numero successivo, che trattava del dovere di tutti i cristiani di utilizzare tutti i nuovi mezzi di comunicazione per l'annuncio del messaggio di Cristo: «la Chiesa si sentirebbe colpevole di fronte al suo Signore se non adoperasse questi potenti mezzi che l'intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati» (Evangelii Nuntiandi, n. 45).

Anche noi, solo dopo un po' di tempo trascorso a lavorare nei media, ci siamo resi conto del legame tra il n. 44, che parla di catecumenato, e il n. 45, che indica i media. Vi riconosciamo un disegno di Dio. Ci ha destinati all'evangelizzazione e ci ha anche indicato un campo specifico: l'evangelizzazione attraverso i media.  

Come il motto di Don Bosco, da mihi animas cetera tolle (dammi le anime e tieni il resto), P. Jonas Abib ha un grande amore per la missione e la salvezza delle anime. Il nostro progetto, come lo chiamiamo noi, è il progetto Dammi le anime. Non siamo un modello di vita già perfetto, ma un modello di vita che sta sudando, lottando giorno per giorno in questa scuola di santità per passare dall'uomo vecchio all'uomo nuovo. Siamo formati nell'officina della vita. Un processo che richiederà una vita intera per "far emergere" e portare alla luce l'uomo nuovo, la nuova creatura a immagine di Gesù Cristo, l'Uomo Nuovo. 


Vera Lucia Reis

Formatrice generale

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