Le ancelle: “L’amore di Cristo ci spinge” (2 Cor 5,14)

venerdì 21 ottobre 2022
Le ancelle: “L’amore di Cristo ci spinge” (2 Cor 5,14)

«In virtù della sua particolare vocazione, la singola persona appartenente ai distinti Gruppi è una inviata, chiamata quindi a svolgere la comune missione secondo il ruolo affidatole, le capacità e le possibilità che le sono proprie». (Carta d´Identità della Famiglia Salesiana 15)

Le Suore Ancelle del Cuore Immacolato di Maria sono religiose dedicate al servizio delle Chiese locali. Si inseriscono nelle Parrocchie e nelle Diocesi con spirito missionario, animando gruppi che operano all’interno delle strutture ecclesiali. Vivono l’atteggiamento del “Fiat” di Maria e l’adesione pronta alla volontà di Dio. Sono sempre disponibili a perdonare secondo la parola e l’esempio di Gesù. Lo spirito dell’Istituto fondato da Mons. Gaetano Pasotti  (SDB) può essere definito con tre brevi ed esigenti verbi: “amare, servire e perdonare”. In ogni attività e servizio pastorale il motto della Congregazione, “l’amore di Cristo ci spinge” viene tradotto in gesti quotidiani di disponibilità e apertura fraterna.

L’amore di Cristo ci spinge ed è la motivazione per fare il bene a tutti. Mons. Pasotti visse questo totalmente nelle varie esperienze di vita missionaria in Cina e in Thailandia ed ha lasciato in eredità alle Ancelle, così come ai confratelli salesiani, l’audacia di uscire da se stesso per cercare ai bisognosi e annunciare loro la buona notizia del vangelo. Le Ancelle sono nate come Istituto religioso per servire Dio e per aiutare il popolo di Dio, in particolare quello thailandese, come mons. Pasotti espresse con la sua esistenza missionaria: “Thailandesi per i thailandesi”. Per questo è necessario uscire con cuore umile e appassionato, totalmente disponibile a donarsi per salvare le anime, fare il bene a tutti, sospinte e sempre sostenute dall’amore di Cristo, senza lasciare che tante paure scoraggino il dono e la passione dell’amore. 

Come scrisse San Francesco di Sales «l’amore di Dio si chiama grazia in quanto abbellisce l’anima, perché ci rende accetti alla divina Maestà; si chiama carità, in quanto ci dà la forza di agire bene». (Introduzione alla vita devota cap. 1) 

Mons. Pasotti usava dire alle prime Ancelle: «Nel fare il bene, l’unico movente sia la carità. Si faranno tutto a tutti, splenderanno per mitezza di cuore ed umiltà. Se dovranno soffrire ingiurie o maltrattamenti, benediranno il Signore di essere state fatte degne di patire qualche cosa per il suo nome». L’insegnamento fondamentale di mons. Pasotti ci ricorda che non dobbiamo avere paura di fare il bene per Dio e per gli altri perché questo è un chiaro segno dell’autenticità di un carisma, è segno di ecclesialità per una comunità, una congregazione, e la sua capacità di integrarsi armonicamente nella vita del popolo santo di Dio per il bene di tutti.  

Nella vita quotidiana bisogna sempre incontrare Gesù per crescere nel suo amore, specialmente nei momenti difficili, come Mons. Pasotti sperimentò, e fare quello che possiamo per glorificare il Signore nostro Dio in situazioni spesso impegnative. Mons. Pasotti, sempre zelante nell’opera di evangelizzazione, era particolarmente efficace anche con i suoi sermoni e mediazione della misericordia con il servizio ministeriale al confessionale, specialmente nei giorni di festa, nelle varie parrocchie della missione.  Faceva il bene a tutti, agiva per la salvezza delle anime e per lodare Dio, quel Padre che gli offriva occasioni sempre nuove di fare il bene. Mons. Pasotti diceva infatti: “Le Ancelle devono anche essere disposte ad aiutare in qualsiasi altra opera di carità materiale e spirituale, come visitare gli infermi, disporli a ricevere i Sacramenti, battezzare i bambini in articulo mortis, preparare al Battesimo, alla prima Comunione, prendersi cura delle orfanelle e delle ragazze pericolanti”, impegno pastorale della carità a 360° che è dono alla Chiesa e ai popoli ancora oggi.

 

Sr. Aritsara  Suripa SIHM

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